Canto Armonico
Voice Experience

La Voce Profonda Tibetana

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Voce Profonda, Voce Tantrica, Accordo a Una Voce, Canto Subarmonico… Tanti nomi, quanta è la confusione nell’insegnarlo. Proposte, suggestioni mentali, voli pindarici o una genuina imitazione se ad insegnarvela è un Tuvano o un Mongolo.

In prima assoluta, Domenica 17 Aprile, su richiesta di alcuni partecipanti, vi mostrerò come effettuare la Voce Profonda.

Niente misteri, ma solamente un approccio concreto e immediatamente riscontrabile.

Utilizzeremo il Gyoki (esercizi per intensificare il Ki della respirazione petto-ventrale) del ventre in espirazione, come mi è stata insegnato dal mio Maestro di Seitai Katsumi Mamine.

Il Seitai mi è di grande aiuto nel mio lavoro di accompagnamento degli appassionati del Canto Armonico, mi rende possibile fare cose altrimenti impossibili. Tenere in una stessa classe, per fare un esempio: un esperto decennale di canto armonico e una persona che non ha mai cantato in vita sua, entrambi trovando dentro loro stessi qualcosa di personale e profondo che “gli appartiene”. Rispondere alle esigenze personali, intime o professionali, di ciascuno. Questo non perché io sia più bravo di altri, ma perché confido ciecamente nell’Intelligenza della Vita e del suo Linguaggio unico e peculiare.

Appartenenti alla pratica di Seitai, anche gli esercizi fissi che faccio fare ai partecipanti, che solitamente vengono utilizzati per scatenare il Katsugen Undo (ma questo è un’altro discorso…), fungono meravigliosamente da preparazione al canto. Comincia ad attivarsi l’organismo, al posto delle tecniche, la respirazione, al posto delle teorie…

Espellere il Ki residuale, e ammorbidire la zona più trafficata dell’organismo, il plesso solare: zona sensibile al blocco, impedisce alla respirazione – qualunque sia la tecnica utilizzata – di accedere al basso ventre.

Distaccare le prime vertebre dorsali, quelle che più facilmente si bloccano e convertono l’esperienza del canto in un atto volontario, giudicante e… poco soddisfacente.

Rotazioni. L’udito non riposa mai, da quando siamo spermatozoi, direi io, dal 4° mese di gestazione, le ricerche più aggiornate. Ha solo un modo per tirare un respiro di sollievo: desensibilizzarsi. Ma ci sono persone che – troppo sensibili all’ascolto – non riescono a dormire per una goccia d’acqua che cade. Pochi minuti dedicati a questo esercizio, intimamente legato alle nostre orecchie e al nostro ascolto, e siamo in pace con il suono e… nel presente.

 

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