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Le popolazioni centro-asiatiche, dove troviamo l’epicentro del canto armonico, hanno una tendenza naturale a “condensare” la propria postura verso il basso e verso il centro.
Questo rende possibile che la C6, la cervicale più direttamente collegata alla laringe e base effettiva del collo abbia una maggiore resistenza.
Potete ora comprendere perché il canto armonico della tradizione è a laringe stretta, dando origine ad uno dei nomi con cui viene conosciuto il canto difonico, ovvero Throat singing, canto di gola e alla difficile trasposizione con il canto occidentale che non ha la stessa predisposizione a “compattare” la sesta cervicale.
La soluzione comunemente accettata è stata quella di adattare il canto armonico ad una forma occidentalizzata, New European Harmonic singing, come dice pragmaticamente Jonathan Goldman.
Fate un esperimento
provate a portare al limite la vostra voce, con un urlo, un suono potente o – se conoscete le tecniche di canto armonico tradizionale – un hoomei. Contemporaneamente ponete due dita sulla sesta cervicale e con molta delicatezza, spingete in avanti. Troverete subito forza e vigore, la base del collo è attiva.
Ora procedete soltanto a sentire questa zona del collo, senza fare niente, percepite i tessuti, la loro tensione o lassità. Dopo poco vi verrà voglia di abbassare la testa. Facendo un lieve perno con una mano sulla sesta cervicale e accompagnandovi con l’altra sulla fronte, sollevate la testa.
Sentirete con grande chiarezza la C6 scorrere in avanti e riprendere il suo posto originario, quello che disegna la cifosi cervicale.
E’ a partire da questa constatazione che potrete cominciare ad integrare i due stili di canto, quello originario con quello Occidentale, non più tenuti separati…
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