Canto Armonico
Voice Experience

Le fondamenta della… fondamentale

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Che per accedere agli acuti si abbia bisogno di avere fondamenta inversamente proporzionali all’acuto da raggiungere (o al tessuto armonico) e poste nel supporto del basso ventre, penso che sia ormai chiaro: del resto più un grattacielo è alto e più saranno profonde e solide le sue fondamenta.

E’ un principio che ogni cantore armonico – rispetto ai colleghi che praticano altri stili di canto – deve padroneggiare in modo molto raffinato quando lavora con le tecniche del secondo formante (hoomi e sygyt) o averne il totale controllo quando – Tran Quang Hai docet!… -, canta con l’illusione auditiva di… far sparire la fondamentale.

Ma cosa accade se invece voglio il processo contrario e voglio rinforzare o approfondire la mia voce grave? Chi ha cura delle fondamenta delle… fondamenta? E’ la riflessione che vorrei condividere con voi in questo articolo.

Ma facciamo un passo indietro: io ho una voce da basso e sono stato per anni un basso armonico militante (nel mio CD della RED, ora disponibile in questo sito, c’è un raro esempio di secondo sub-armonico! 🙂 ). La mia voce preferita dunque è quella di… basso, e la mia preferita in assoluto è quella di Giulio Neri ed è stato proprio lui (grazie al video che segue) a pormi il quesito, prima, e a farmi intravedere la soluzione, dopo.

Vi faccio ascoltare la sua voce possente:

Ascoltando Neri, ero rimasto incuriosito dal fatto che, pur mantenendosi sempre profonda e tonante, nell’aria di Verdi, la voce sembrava farsi più grave; procedendo scientificamente, non ho mancato di sperimentarlo cantando io stesso il brano: c’era qualcosa in quell’aria da La Forza del Destino che rendeva la voce più scura e man mano sempre più profonda.

Un vero e proprio viaggio nel centro della Terra…

Lo potete verificare da voi stessi: nel video subito dopo l’aria di Verdi segue quella de la calunnia di Rossini e confrontandole, nonostante la seconda sia cantata con un timbro da basso comico, avrete la sensazione netta che l’aria verdiana scavi indubbiamente verso il basso.

Il mistero sta tutto nella struttura stessa della costruzione melodica

e questa che vedete è la cellula che ci interessa che si ripete più volte, perfetta: un vocalizzo che sembra scritto apposta per noi e il nostro scopo.

La nota più grave entra ritmata e quindi prende subito forza, la micropausa che subito segue attiva il respiro in modo tale da mantenere saldamente ancorata la fondamentale mentre salite – quasi l’effetto di tessere… – e rinforzarla con i tre potenti accenti; si torna giù per ripetere il ciclo creando via via una maggiore forza centrifuga nelle vostre fondamenta.

A questo punto scoprirete anche voi l’effetto che tanto mi aveva incuriosito all’inizio: ad ogni ripetizione la voce si fa più scura e profonda e… se riuscite ad arrivare all’acuto di maledizione senza ingolarvi, vuol dire che avrete scavato fondamenta tali da cambiare per sempre la vostra capacità di produrre suoni gravi.

Ora dimenticate tutto e approfondite, agganciando a livello emozionale, l’incredibile dirittura e forza morale di Verdi, richiamando qualche episodio della vostra vita parallelo alla scena dell’opera, momenti in cui avete offerto o avete avuto bisogno di protezione per sentirvi sicuri, così il processo diventerà completo e chiuderà il cerchio e arriverete a sentire (magari non proprio come Giulio Neri), la vostra fondamentale tuonare.

Infine non dimenticate che il musicista bussetano era solito recarsi quotidianamente in chiesa a pregare e trarre ispirazione, per cui avrà di certo risentito dell’atmosfera e dell’acustica di cui gode abitualmente un cantore armonico.

Ecco il testo se volete provarci e la partitura se vi serve: pag 137-140:

GUARDIANO
Un’alma a piangere viene l’errore,
Tra queste balze chiede ricetto;
Il santo speco noi le schiudiamo.
V’è noto il loco?

CORO
Lo conosciamo.

GUARDIANO
A quell’asilo, sacro, inviolato,
Nessun si appressi.

CORO
Obbediremo.

GUARDIANO
Il cinto umile non sia varcato
Che nel divide.

CORO
Nol varcheremo.

GUARDIANO
A chi il divieto
Frangere osasse.
O di quest’alma
Scoprir tentasse
Nome o mistero:
Maledizione!

Per averne subito giovamento basta che lo canticchiate, così come vi viene, sia con voce maschile che femminile (nel caso trasportate su tutto di due ottave, viste le profondità di Giulio Neri!) e poi far tesoro, osservandolo, del lavoro specifico che il supporto del basso ventre compie per alimentare la zona delle fondamenta. Vi sarà molto utile per accompagnare lo stile kargyraa o la Voce Profonda Tibetana il cui tutorial completo, vi ricordo, potete trovare nei miei podcast e per chiarire le idee a chi ha ancora le idee confuse sulla differenza tra cantare con voce grave e capacità di emettere frequenze basse.

Vedo già i miei amici cantori armonici divertirsi a creare improvvisazioni armoniche corali utilizzando tutto quanto abbiamo esplorato insieme magari a partire da questo esempio:

Fatemi sapere o sentiamoci direttamente a lezione di canto. Online o qui da me in studio a Jesi.

Alla prossima

Alberto

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